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Lavoro e coronavirus: non chiamatelo smart working
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Lavoro e coronavirus: non chiamatelo smart working

Nella fase di emergenza, lavoro agile è diventato un “titolo” che raggruppa tutto quello che si sta facendo per contenere la diffusione del contagio, ma non si sta applicando un nuovo modello organizzativo. Cosa succede? Come cambierà il lavoro? Come affrontare l’emergenza? Ne abbiamo parlato con l’avvocato Rotondi, founding partner dello studio Lablaw.

Lo smart working oltre l’emergenza: diritti e doveri del dipendente agile
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Lo smart working oltre l’emergenza: diritti e doveri del dipendente agile

C’è stato un vero e proprio boom del lavoro da remoto (che non sempre è vero e proprio lavoro smart) per contenere la diffusione del coronavirus. Il decreto del governo sul COVID-19 consente di derogare ad alcuni obblighi delle parti, rendendo più snello il processo. L’emergenza ha ribaltato i paradigmi ma nella condizione ordinaria le parti hanno vincoli e obblighi per poter attivare lo smart working.

Rinnovo contratto metalmeccanici: partenza in salita
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Rinnovo contratto metalmeccanici: partenza in salita

C’è molta distanza tra le richieste dei sindacati, che puntano a un aumento di stipendio dell’8%, e l’impostazione delle imprese che è orientata al welfare aziendale e ad altre forme di salario differito. Ma la trattativa è avviata. Il rinnovo interessa circa 1,6 milioni di lavoratori, il comparto è il secondo più grande d’Europa e produce 100 miliardi di valore aggiunto ogni anno.

I tirocini diventano lavoro vero, ma le sfide vanno oltre
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I tirocini diventano lavoro vero, ma le sfide vanno oltre

Aumenta il numero di giovani che entrano nel mondo del lavoro, grazie anche agli stage extracurriculari che si trasformano in ingresso vero e proprio in azienda nel 36,5 dei casi. Ma i confronti con l’Europa sono impietosi. Le sfide del sistema Paese: far crescere i lavori qualificati e adottare un modello basato sull’apprendistato, più appetibile per i ragazzi.

Il salario minimo della discordia tra politica e imprese
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Il salario minimo della discordia tra politica e imprese

Il provvedimento sta per approdare in aula, ma non sono chiari gli impatti che avrà sul costo del lavoro. Tra Lega e Movimento 5 Stelle si profila una tregua: ci sarebbe l’intesa su 8 euro lordo di costo orario, che nominalmente resterebbe 9 euro/ora. L’imposizione del salario per legge non piace all’associazionismo d’impresa e sociale, ma la proposta viene rilanciata anche in Europa.

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